Nel 1976, a Philadelphia, al Bellevue Stratford Hotel, si radunarono gli appartenenti alla Legione Americana, un’organizzazione di veterani delle forze militari statunitensi che hanno prestato servizio in tempo di guerra. Tra i partecipanti al raduno, 221 persone contrassero una forma di polmonite precedentemente non conosciuta, e 34 di questi morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo. Il batterio individuato fu denominato Legionella pneumophila e la malattia da esso causata prese il nome di “Malattia dei Legionari”.
Le legionelle sono diffuse in natura nei laghi, stagni, acque termali, da cui possono raggiungere gli ambienti artificiali (condotte d’acqua cittadina, impianti idrici, torri evaporative, ecc.) all’interno dei quali trovano condizioni che ne favoriscono la crescita. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella, proveniente da rubinetti, soffioni delle docce, impianti di condizionamento o di umidificazione dell’aria.
Nel 2020 in Europa sono stati notificati in totale 8.372 casi di legionellosi, di cui il 72% segnalati da quattro paesi europei con l’Italia al primo posto seguita da Spagna, Francia e Germania. Tra questi, numerosi sono stati i casi contratti nei luoghi di lavoro.
Cosa deve fare il datore di lavoro per ridurre questo rischio? Deve innanzitutto individuare potenziali sorgenti di rilascio del microrganismo negli ambienti lavorativi (impianti di distribuzione acqua, impianti di raffreddamento a torri evaporative/condensatori, impianti di irrigazione, ecc.) e verificare l’esistenza di specifiche attività che possano comportare un rischio di esposizione a Legionella.
Una volta individuati i potenziali rischi, sarà necessario attuare interventi finalizzati a ridurre al più basso livello possibile la contaminazione microbiologica ambientale e, conseguentemente, l’entità dell’esposizione ad aerosol potenzialmente infettanti. Specifici interventi di manutenzione sia a breve (decalcificazione e disinfezione di serbatoi, soffioni, filtri, ecc.) che a lungo termine (sistemi di disinfezione dell’acqua di comprovata efficacia) devono essere programmati.
Opuscolo dell’INAIL sull’argomento per maggiori e più approfondite informazioni.